di Mario Frullone, Direttore Scientifico FUB
Il rallentamento della crescita della produttività in Europa richiede un’azione urgente per colmare il divario di innovazione rispetto a concorrenti globali come USA e Cina. L’innovazione è sempre più riconosciuta come il motore chiave della crescita europea, essenziale per mantenere una posizione di leadership nel settore manifatturiero e per sviluppare tecnologie all’avanguardia.
Il ritorno della politica industriale nel dibattito pubblico rappresenta un’opportunità per l’Italia. Per tale ragione il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT) ha avviato una riflessione strategica per definirne il ruolo nel contesto attuale, individuare gli obiettivi da perseguire e delineare modalità efficaci di intervento dello Stato, evitando distorsioni. La nuova politica industriale italiana deve saper rispondere alle sfide del nostro tempo, integrando risorse, strumenti e obiettivi in una visione d’insieme.
In questa prospettiva, in linea con i recenti interventi normativi, il ruolo della Fondazione Ugo Bordoni (FUB) a supporto del MIMIT deve evolvere da quello storico – legato allo sviluppo delle infrastrutture per le telecomunicazioni – verso uno più ampio che includa l’analisi d’impatto delle tecnologie che il MIMIT ha definito di frontiera, ovvero quelle tecnologie emergenti per le quali si prevede uno sviluppo impetuoso nei prossimi venti anni. Queste tecnologie hanno un impatto potenzialmente dirompente sull’economia e sulla società, sono applicabili in diversi settori e sono interconnesse tra loro, amplificando così i loro effetti. Alcune tecnologie che mostrano tali caratteristiche includono l’intelligenza artificiale, i semiconduttori, il cloud, la blockchain e le tecnologie quantistiche. Il loro sviluppo può avere un significativo impatto positivo sul tessuto produttivo nazionale ed europeo. In questo contesto, assumono importanza fondamentale gli aspetti legati alle infrastrutture digitali di cui dispone il Paese.
In questo quadro di rilancio si inserisce un duplice processo di consolidamento della Fondazione.
Il primo processo riguarda il crescente ruolo strategico svolto nell’ambito delle attività storiche relative al settore delle telecomunicazioni, che costituiscono il più riconosciuto campo di eccellenza della Fondazione. Ne sono esempi la revisione dei limiti di esposizione ai campi elettromagnetici, premessa per un pieno sviluppo delle comunicazioni wireless, gli avanzamenti nei principi di condivisione avanzata dello spettro radioelettrico, le prospettive d’uso per il broadcasting della banda 470-694 MHz, gli studi sui nuovi sistemi satellitari in orbita bassa e sulle loro prospettive di integrazione con le reti cellulari, le nuove architetture del cloud continuum e le prospettive del 6G, le sfide legate agli aspetti di cybersicurezza.
Lo sviluppo rappresentato è stato reso possibile da una rinnovata collaborazione con la Direzione generale per le telecomunicazioni (DGTEL), che nell’ultimo anno si è intensificata ed evoluta stimolando ulteriormente questo fermento e, aspetto fondamentale, garantendo al tempo stesso le risorse per rilanciare la crescita culturale della Fondazione.
Il secondo processo di crescita trae spunto proprio dalle nuove iniziative del MIMIT, volte a “ricostruire in Italia, dopo tanti anni, una nuova e condivisa visione di politica industriale”. In questo contesto favorevole, i rapporti della Fondazione con diverse Direzioni Generali del MIMIT hanno subito un’accelerazione, aumentando nel numero e soprattutto assumendo una connotazione meno operativa e più strategica e metodologica. La Fondazione, sempre all’interno del Dipartimento per il digitale, la connettività e le nuove tecnologie, ha instaurato collaborazioni anche nell’ambito delle attività della Direzione per le nuove tecnologie abilitanti (DGTEC).
Alla collaborazione con la Direzione generale per la proprietà industriale – Ufficio italiano brevetti e marchi (DGPI-UIBM) si è aggiunta la collaborazione con il Dipartimento per le politiche per le imprese attraverso l’Unità di missione attrazione e sblocco degli investimenti (UMASI) e l’ufficio Analisi delle politiche pubbliche e coordinamento statistico. L’obiettivo è supportare il MIMIT valorizzando il suo patrimonio informativo, applicando tecniche avanzate di analisi dati per agevolare il processo decisionale e fornendo consulenza strategica sulle politiche pubbliche relative all’innovazione tecnologica.
In questo rinnovato quadro, quale obiettivo si deve porre la Fondazione? Per garantire una efficace azione di supporto al MIMIT nella definizione delle proprie politiche industriali, la Fondazione Ugo Bordoni dovrà potenziare le proprie capacità di analisi d’impatto. La Fondazione in passato ha curato aspetti di natura economica, ma spesso con strumenti tradizionali di analisi statistica ed economica. Ora l’asticella inevitabilmente si alza. L’obiettivo deve essere più ambizioso. Potenziando le proprie capacità di utilizzo di metodologie avanzate di data science e intelligenza artificiale, la Fondazione è chiamata a fornire al Ministero strumenti decisionali all’avanguardia, consolidando il proprio ruolo strategico nel panorama italiano.