L’evoluzione dei sistemi di telecomunicazione senza fili porterà all’utilizzo più razionale ed efficiente delle risorse, da entrambi i punti di vista energetico e radioelettrico. I sistemi distribuiti che impiegano antenne intelligenti e basse potenze di trasmissione, come le femtocelle, rappresentano un esempio di soluzioni a ridotto impatto ambientale e a basso consumo di energia. Parimenti, i sistemi cognitivi, in grado di utilizzare in maniera opportunistica le risorse radio, costituiscono una via per l’utilizzo efficiente ed ottimizzato dello spettro elettromagnetico, di per sé risorsa scarsa e pregiata.
Le reti distribuite, caratterizzate dalla presenza di molte antenne a bassa potenza localizzate nei più comuni ambienti di vita, sono destinate ad una progressiva diffusione, per poter far fronte alle crescenti richieste di accesso ubiquo e ad alta velocità da parte degli utenti.
Questa tendenza al moltiplicarsi di antenne, anche se di potenza notevolmente inferiore rispetto a quelle di sistemi di seconda e terza generazione, si scontra con la forte sensibilità del pubblico circa i potenziali effetti dell’esposizione ai campi elettromagnetici. Rimane infatti una spiccata percezione del rischio da parte della popolazione, nonostante l’adozione di un approccio cautelativo e i numerosi risultati rassicuranti delle ricerche scientifiche di ampia portata condotte ormai da lungo tempo. Per questo motivo l’innovazione tecnologica deve essere accompagnata da una corretta informazione del pubblico e dall’esecuzione puntuale dei controlli da parte delle autorità preposte.
Nel corso della mattina, verrà delineato il quadro più aggiornato dei risultati delle ricerche scientifiche in materia di esposizione ai campi elettromagnetici, sulla base del quale l’ICNIRP (Commissione internazionale per la protezione dalle radiazioni non ionizzanti) stabilisce le linee guida a tutela della popolazione. Tale quadro è stato recentemente arricchito dai risultati pubblicati nell’ambito dello studio epidemiologico multinazionale INTERPHONE, coordinato dall’IARC (Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro) espressamente dedicato alla valutazione degli effetti dell’uso prolungato dei telefoni mobili, cui l’Italia ha partecipato attraverso l’Istituto Superiore di Sanità. A partire dall’analisi dei risultati della ricerca, si discuteranno inoltre le modalità di corretto trasferimento delle conoscenze scientifiche al grande pubblico, al fine di rendere le complesse metodologie della ricerca comprensibili anche ai non esperti.
La tavola rotonda del pomeriggio riunirà le istituzioni competenti e i principali attori del settore per discutere delle nuove tecnologie dal punto di vista dell’impatto ambientale e di come l’impianto normativo e le metodologie per il controllo dell’esposizione sul territorio a tutela dei cittadini possano tenere il passo con lo sviluppo dei nuovi sistemi di telecomunicazione.
Il Seminario è promosso congiuntamente dalla Fondazione Ugo Bordoni e dal consorzio Elettra 2000.
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