I nuovi ambienti digitali implicano cambiamenti di cui non si è visto che l’inizio. Da un lato i portali di e-commerce, la costituzione di luoghi virtuali come i social network e la condivisone di dati tramite cloud computing, dall’altro la possibilità di diffusione e fruizione di informazioni in modalità immateriale direttamente in rete, pongono la società e l’individuo di fronte a opportunità e rischi, di cui è difficile cogliere la portata. Accanto ad una generazione di “nativi digitali”, che si muove con molto agio nel nuovo universo digitale, c’è una grande parte di cittadini, “immigrati digitali” o ancora estranei alla rete, che si ritiene inadeguata a operare nel nuovo mondo interattivo. Per entrambe le categorie, notevoli sono i rischi derivanti nell’utilizzo dei nuovi mezzi tecnologici, se non si dà il giusto peso alle problematiche di sicurezza e soprattutto alle inevitabili implicazioni sulla privacy. È fondamentale, a questo proposito, che i cittadini possano operare con il giusto grado di fiducia verso tecnologie ormai divenute cruciali non solo per la crescita culturale e civile del Paese ma anche per un suo adeguato posizionamento nella competizione internazionale.
Molti concordano sull’esigenza di riaffermare nel mondo digitale i principi di privacy che, nel mondo convenzionale, regolano il rapporto tra utenti, fornitori di servizi ed erogatori di contenuti. Tuttavia, i modi di declinazione sul web di diritti e doveri di utenti e fornitori non sono univocamente identificabili. Inoltre, la Rete non ha frontiere e ogni tentativo di istituirne in corrispondenza del perimetro di domini nazionali si rivela di efficacia limitata, in assenza di orientamenti comuni transnazionali e internazionali. Internet è il grande luogo pubblico nella storia dell’umanità, dove però – come si sostiene da molte parti – occorre pervenire a una “carta globale dei diritti”, in grado di garantire al meglio tutti i soggetti, a prescindere dalla natura pubblica, privata o comune dell’ambiente digitale.
In special modo, si avverte da più parti la necessità di una nuova caratterizzazione di diritti per il consumatore, a fronte della comprensibile aspirazione dei soggetti economici a operare e produrre profitti in un contesto di mercato globale. In un Web 2.0 sempre più pervasivo e invasivo è necessario proteggere l’identità digitale dell’utente, limitare l’invadenza di comunicazioni non sollecitate anche mediante strumenti di tutela dell’anonimato, favorire il cosiddetto “diritto all’oblio” in rete.
Il Seminario avrà come relatori di base Guido Scorza – avvocato, docente in varie università e giornalista in materia di diritto di tecnologie dell’informazione – e Francesco Sacco – docente, coordinatore di ricerca all’Università Bocconi e consulente sui temi legati all’impatto dell’IT sulle strategie aziendali. Essi affronteranno – l’uno dal punto di vista giuridico, l’altro dal punto di vista economico – la questione dei diritti dell’utente digitale. L’evento costituirà un’importante occasione di riflessione e di confronto sull’argomento da parte di imprese, istituzioni e rappresentanti dei consumatori, oltre ad un’opportunità per conoscere il forte impegno della Fondazione Bordoni in iniziative di alto interesse istituzionale a servizio e a tutela del cittadino nella sua dimensione di consumatore di servizi di comunicazione elettronica.