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Le reti 5G utilizzate in ambito locale per aree territoriali anche molto ridotte potranno integrare e portare a compimento la rivoluzione del 5G avviata con l’assegnazione delle frequenze nazionali ai grandi operatori di telecomunicazioni. Introdurre specifiche frequenze da destinare a reti private a livello locale è una sfida che l’Italia deve saper raccogliere per massimizzare i benefici e le esternalità positive che la nuova ondata di innovazione incentrata sul 5G sta diffondendo a livello globale.
L’incontro – qui il programma – prosegue l’attività di riflessione pubblica sul web dedicata dalla Fondazione Bordoni a ricercatori, professionisti dell’Ict nel settore pubblico e in quello privato, funzionari della Pa ed appassionati di tecnologie digitali avviata lo scorso anno con il format dei Fubinar (qui gli incontri precedenti: www.fub.it/seminari-fub/). Il Fubinar su reti locali e 5G sarà occasione di approfondimento sul tema con testimoni internazionali, rappresentanti delle istituzioni italiane ed europee ed esponenti della ricerca e dell’industria.
Nello scenario 5G sono le esigenze del servizio a definire le reti fisiche specifiche che ne esaltano la qualità; reti dedicate, flessibili e intelligenti, costruite attorno al servizio e integrate con gli oggetti fisici che lo rendono possibile. Nello scenario incentrato sulle reti locali, lo sviluppo parte “dal basso”, “bottom up”, e la realizzazione di reti 5G locali, gestite dai “service provider”, sicure e “blindate” verso l’esterno. Sono reti nelle quali i dati e le informazioni sui processi vengono protette da accessi esterni e che si aprono alla condivisione in modo controllato e protetto.
Le reti locali 5G, dedicate a nuovi servizi, integrati nel ciclo produttivo industriale, agricolo e dei servizi, sono già in fase di avanzata sperimentazione nel mondo e in Europa. In Germania nel porto di Amburgo e nell’impianto di produzione 4.0 della Bosch a Dresda, oltre che in numerosi altri siti industriali e logistici, in università e politecnici.
Il regolatore tedesco BNetzA ha riservato 100 MHz di spettro in banda 3700MHz-3800MHz (su un totale di 400 MHz messi a gara) a imprese private, ottenendo ad oggi l’adesione di oltre 80 aziende. Analoghe iniziative istituzionali per favorire l’accesso locale allo spettro sono in corso in Francia, Olanda, in Svezia e nel Regno Unito, oltre che negli Usa, in Giappone, in Australia e a Hong Kong.